Stampa

RISPOSTA ALLA “LETTERA APERTA” DEGLI ESODATI DEL GRUPPO INTESA SANPAOLO

IN ORDINE A QUESTIONI RELATIVE AL FONDO SANITARIO INTEGRATIVO

Le argomentazioni svolte nella “lettera aperta” di cui trattasi e la chiamata in causa delle Associazioni dei Pensionati che hanno inteso esprimere congiuntamente le liste di propri rappresentanti in sede di rinnovo degli Organi statutari del Fondo (Consiglio ed Assemblea dei Delegati), impongono, per quanto loro compete, di fornire una adeguata risposta.

Tali argomentazioni, peraltro, non sembrano tener conto, da un lato, dell’impegno profuso in sede di costituzione del Fondo Sanitario, laddove in più occasioni sono state fatte presenti alle cosiddette Fonti Istitutive, in particolare alla parte sindacale, del tutto inascoltati, le gravi carenze e le inaccettabili discriminazioni nei confronti dei pensionati che via via si prospettavano e, dall’altro lato, le incongruenze delle norme statutarie che ne sono scaturite e che hanno recepito in toto dette carenze e discriminazioni, aggravate, successivamente, ove possibile, da inopinate modifiche statutarie.

Orbene, alla seconda delle succitate considerazione parrebbero potersi ascrivere i quesiti che vengono proposti nella lettera aperta qui in commento e sarebbe sufficiente richiamarsi al dettato statutario in materia di gestione per cogliere appieno i limitatissimi poteri, al di là dell’elencazione statutaria, che competono ai rispettivi Organi decisionali. Ciò anche perché, come dovrebbe essere noto, il vero potere di iniziativa compete alle cosiddette Fonti Istitutive; potere, da cui deriva la pratica impossibilità di incidere sulle decisioni di rilievo. Si rammenta, in proposito, a titolo esemplificativo, che è stato impedito di discutere in Consiglio l’addebito della quota aziendale di contributo a carico degli esodati, sostenendone la competenza riservata alla precitate Fonti Istitutive.

D’altro canto, gli ordini del giorno del Consiglio, a quanto consta, per esperienza pregressa del nostro precedente rappresentante e di quello attuale, rispecchiando fedelmente il principio sopra esposto e sono per lo più limitati ad argomenti destinati al compimento di talvolta ininfluenti atti amministrativi, mentre, per quanto attiene gli argomenti riservati all’Assemblea dei delegati, sia che si tratti di approvazione del bilancio, che di eventuali modifiche statutarie, anche se palesemente errate o incongruenti, ogni proposta viene dichiarata inammissibile ed ogni discussione preclusa.

In tale contesto, è chiaro, dunque, che il compito dei rappresentanti dei pensionati, il cui numero (uno in Consiglio e due nell’Assemblea dei delegati) non rispecchia l’effettiva consistenza degli iscritti, non può che essere la salvaguardia degli interessi e dei diritti della categoria, facendo emergere, ove l’argomento lo richieda, le possibili lesioni e proponendo le necessarie correzioni. Altro è l’essere ascoltati, come nel caso relativo alla decisione di appellare la nota sentenza del Tribunale di Milano dello scorso giugno, che aveva visto soccombenti sia il Fondo che la Cassa Sanitaria; decisione illogica, considerate le motivazioni della sentenza, rispetto alla quale il nostro rappresentante in seno al Consiglio aveva espresso, inascoltato, la disponibilità dei ricorrenti, vittoriosi, ad un confronto, ma imposta dall’Azienda e passata con l’unanime voto dei componenti il Consiglio eletti da attivi ed esodati.

A tal proposito, gli estensori della “lettera aperta” sembrano dimenticare che il Consiglio del Fondo è composto di 19 membri, e che 18 di essi rappresentano, appunto, sia attivi che esodati, la cui unanime concordanza nel momento decisionale, resa in autonomia o imposta che sia da ragioni di appartenenza o di real politique, assume, ovviamente, un diverso peso rispetto all’unica voce, ancorchè autorevole, disinteressata ed espressa con cognizione di causa, dal rappresentante dei pensionati.

In definitiva, sia le Associazioni dei Pensionati che i rappresentanti degli iscritti quiescenti eletti in seno al Consiglio ed all’Assemblea dei Delegati del Fondo Sanitario, sono aperti ad accogliere eventuali proposte che possano migliorare la condizione dei pensionati e degli esodati, quantomeno, per questi ultimi, in proiezione futura, con la consapevolezza, peraltro, da parte dei proponenti, della ragionevolezza e della percorribilità delle proposte medesime, in un contesto di estrema difficoltà come quello nel quale, per le ragioni illustrate, detti rappresentanti sono chiamati a svolgere un compito cui dedicano del tutto gratuitamente tempo, risorse e capacità professionali per le quali sono stati indicati al ruolo ed alla funzione.

ASSOCIAZIONE PENSIONATI

CARIPLO E BANCA INTESA

ASSOCIAZIONE AMICI COMIT

PIAZZA SCALA

UNIONE PENSIONATI

BANCO NAPOLI

ASSOCIAZIONE PENSIONATI

S .PAOLO

ASSOCIAZIONE PENSIONATI

CASSA DI RISPARMIO DEL VENETO

UNIONE PENSIONATI COMIT