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La Cassazione condanna Banca Intesa ad inserire nel calcolo della pensione complementare l'indennità di vacanza contrattuale

La questione
Quando scade un contratto collettivo le retribuzioni rimangono sostanzialmente congelate fino al rinnovo contrattuale.
Chi nel frattempo va in pensione si vede calcolare la pensione complementare in base allo stipendio congelato.
Al momento del rinnovo del CCNL viene normalmente pagata una somma “una tantum” per gli arretrati, e questa indennità contrattuale viene erogata anche ai pensionati (ma non a coloro che transitano per il Fondo di Solidarietà).
Ai pensionati quindi vengono pagati dalle Banche questi arretrati, ma non viene loro ricalcolata la pensione complementare, e costoro continuano allora a percepire una pensione ingiusta perché calcolata sulla base della vecchia retribuzione congelata.

Mentre l’ INPS provvede correttamente a ricalcolare la sua pensione in base a questi arretrati, le Banche non vi provvedono.
La Cassazione in numerose sentenze ha però dato ragione ai pensionati, ed ha riconosciuto il diritto dei lavoratori che sono andati in pensione durante la vacanza contrattuale a vedersi ricalcolare la pensione complementare in base ai nuovi stipendi aggiornati.
Per gli esodati la esclusione del diritto agli arretrati è purtroppo stabilita negli stessi rinnovi contrattuali, e la Cassazione ha ritenuto valida questa clausola, che costituisce quindi un ennesimo “regalo” dei sindacati ai lavoratori esodati.
La sentenza più recente della Cassazione è stata resa in causa patrocinata dal nostro Studio, ovvero la sentenza Cass. 26 giugno 2014 n. 14529, che conferama la precedente sentenza della Corte d' Appello di Torino.

Le precedenti sentenze di Cassazione sono state rese nei confronti della CR Pisa, Cr Venezia e Cr Biella.

 

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